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16 gennaio 2011

IVANHOE (1952)


  • TITOLO ORIGINALE: Ivanhoe
  • PRODUZIONE: USA 1952
  • REGIA: Richard Thorpe
  • CAST: Robert Taylor, Elizabeth Taylor, Joan Fontaine, George Sanders
  • GENERE: Avventura / Storico
  • DURATA: 106 minuti
È cosa certa ormai, Ivanhoe non è per me, non lo reggo proprio, in nessuna delle sue forme. Dopo aver buttato via dopo due pagine due il romanzo di Walter Scott, insostenibile e noisoso come poche altre opere, chiedendomi come si possa ammorbare la gente in quel modo e finire comunque nei libri di scuola, anche il film di Richard Thorpe, benché riceva critiche generalmente positive e sia stato candidato a tre Oscar (film, musica e fotografia a colori), si è rivelato inaspettatamente di una bruttezza sconcertante.
Riccardo Cuor di Leone, creduto morto, è in realtà tenuto prigioniero da Leopoldo d'Austria con la complicità del principe Giovanni. Il sassone Ivanhoe vuole liberarlo e, per pagare il riscatto necessario, chiede aiuto al ricco ebreo Isacco. La bella figlia di lui, Rebecca, interpretata dalla Taylor, salverà il nostro eroe al torneo di Ashbi, curandone le ferite, e quando, alla fine, sarà lei a rischiare la vita, Ivanhoe interverrà in suo favore nell'ultimo combattimento del film. Rebecca, nel frattempo, ha anche suscitato l'invidia di Rowena (Fontaine), fidanzata dell'eroe. Breve apparizione anche per Robin Hood, che poteva benissimo rimanersene nella foresta a giocare a nascondino.
L'unica a salvarsi e a spiccare tra tutti, per la bellezza e per l'unico ruolo decente e un poco interessante, è proprio la Taylor; le interpretazione degli altri attori sono del tutto trascurabili, se non irritanti, come i personaggi che interpretano. Il faccione di Robert Taylor è da prendere a schiaffi ogni volta che appare, e taccio delle crudeltà da infliggere a quell'orrendo Wamba. 
La storia, già di per sé estremamente noiosa, con quella divisione di base, insensata e mai esistita, tra Sassoni e Normanni che mi turba lo stomaco ogni volta, viene ulteriomente affossata da una sceneggiatura da fare a pezzi. Poi la presenza di Sassoni, Normanni ed Ebrei serve a ribadire fino alla nausea l'importanza della concordia e l'integrazione tra i vari popoli, al di là di razze e religioni, per l'unione e il bene della nazione, neanche fossimo in qualche stupido dibattito scolastico; idee trite e parole strafatte e uno spropositato  abuso di retorica che mi cacciano fuori dalla grazia di Dio. Ecco Wamba quando viene liberato dal padrone, che lo fa scudiero, da quell'assurdo collare di ferro che porta: 
- I feel very strange
- Strange? To be free?
- Yes, and I could wish that the whole of England could feel as strange as I do.
O Signore! Pollice giù, e che altro sennò?



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