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26 marzo 2011

ROMAN E IL SUO CUCCIOLO (prosa)


Qualche sera fa hanno dato al Teatro Verdi di Pisa Roman e il suo cucciolo, spettacolo diretto e interpretato da Alessandro Gassman, tratto da Cuba & His Teddy Bear del drammaturgo statunitense, figlio di una portoricana e di un cubano di origini russe, scoparso a soli 34 anni, Reinaldo Povod. Portata negli anni '80 al successo sulla scena anche da Robert De Niro, l'opera è stata adattata da Edoardo Erba, che all'immigrazione cubana negli Usa ha sostituito, come tema, quella rumena in Italia.
Nel quartire Casilino di Roma, in un miscuglio di etnie, Roman è uno spacciatore di droga, che, vivendo tra miseria e degradazione, cerca di assicurare un futuro, migliore del suo, al figlio, il suo «cucciolo». Questo, però, non ha un rapporto sincero con il padre, che, a sua volta, non lo capisce. Per uscire da quella situazione familiare e sociale, il figlio, infatti, frequenta personaggi poco raccomandabili e gradualmente diventa dipendente dall'eroina. Dramma sociale e familiare, quindi, ma per nulla riuscito. Tanto per cambiare, però, ha vinto il premio Ubu come miglior spettacolo del 2010 e quello, per il miglior attore sotto i trent'anni, andato a Giovanni Ansaldo, il «cucciolo», che recita come se stesse in una puntata dei Liceali. Gassman si sforza di dare il meglio, ma le capacità sono quelle che sono, urla di più o urla di meno e questo è tutto. Non si capisce, poi, perché, sebbene interpreti un rumeno, abbia un accento russo, che, insieme agli altri accenti e dialetti sfoggiati dagli altri attori, mina, a volte, la comprensibilità stessa delle parole.
A tratti mortalmente noioso, soprattutto nel primo dei due atti, l'opera, con esito tragico, tratta in maniera banale e scontata temi importanti. Pollice giù, impietosamente.

13 marzo 2011

MARCHLANDS (stagione 1 / 2011)


Bella sorpresa questo Marchlands, serie in cinque puntate dell'inglese ITV, che porta una ventata di molto lieve horror in un programma, pensato per la prima serata, che gira intorno alla misteriosa morte per annegamento di una bambina alla fine degli anni '60. Intorno a questa vicenda ruotano le storie di tre famiglie, che, in epoche diverse, abitano la stessa casa nello Yorkshire.
Nel 1968 assistiamo alla difficile elaborazione del lutto di Ruth e Paul Bowen, giovani genitori di Alice, la bambina annegata, che vivono insieme ai genitori di lui, Robert ed Evelyn. La morte della figlia porta la loro relazione ad uno stallo, tra silenzi e sensi di colpa. Ruth, poi, non crede che sia stato tutto un incidente, come sembrerebbe a prima vista.
La famglia degi anni '80 è formata da Eddy ed Helen Maynard con i figli Scott ed Emy. Quest'ultima vede e parla con Alice, che gli altri pensano una sua  amica immaginaria. Quando la cosa diventa seria, Emy viene sottoposta ai controlli medici.
Ai giorni nostri, Mark e Nisha, in attesa di una bambina, si sono trasferiti da poco a Marchlands. Durante i lavori di ristrutturazione, Nisha, grazie anche al rinvenimento di una foto nascosta e di un affresco, diventa ossessionata dalla storia della casa e della bambina che l'abitava, tanto da chiamare la figlia allo stesso modo. 
Tutte queste vicende, che, nel primo episodio, sembrano staccate e accomunate solo dal fatto di avvenire nello stesso posto, a partire dal secondo si intrecciano progressivamente, perché personaggi dell'epoche precedenti compaiono sempre più spesso in quelle successive. Al mistero intorno alla morte di Alice, che prende lo spettatore fin dall'inizio e tiene alta l'attesa fino alla fine, sebbene i momenti thriller o paurosi siano pochi e quasi mai completamente riusciti, si combina l'attenzione ai cambiamenti dei nuclei familiari coinvolti: i teneri Ruth e Paul non riescono più a trovare un rapporto, anche grazie alle continue ingerenze dei genitori di lui; Eddy ed Helen sono tesi e preoccupati per la salute della figlia, tanto da non accorgersi che è il figlio ad evere problemi in questo senso, e tra loro nasce una spaccatura quando lui comincia a credere alla bambina e alla natura paranormale delle cose che succedono in casa, a dispetto della razionalità di lei, così come accade anche a Mark e Nisha, con lei convinta che quella casa nasconda un mistero riguardante la vita passata del compagno.
Il finale è deludente, perché non dà quello che ci si attende – una morte violenta per qualche ragione terribile – ed appare alquanto scialbo, ma questo non toglie il pollice su alla serie. Certo, si poteva osare di più e fare meglio, ma va bene così.

TITOLO ORIGINALE: Marchlands – PRODUZIONE: Gran Bretagna – RETE: ITV 1 – GENERE: Drammatico / Paranormale – DURATA: 45 min – SERIE: 1 – PUNTATE: 5 –  MESSA IN ONDA: 3 Febbraio - 3 Marzo 2011 (ITV 1)

12 marzo 2011

SOUTH RIDING (miniserie / 2011)

Dramma in costume ambientato negli anni '30, South Riding è stato oggetto di pareri contrastanti dal pubblico e dalla critica inglese, ma a noi è piaciuto non poco. Divisa in tre parti da un'ora, la miniserie è tratta dal libro omonimo, pubblicato postumo nel 1936, di Winifred Holtby, ed è ambientata nell'immaginario distretto che le dà il titolo, nello Yorkshire.
L'arrivo da Londra dell'idealista e combattiva Sarah Burton, che ottiene l'incarico di direttrice della scuola femminile locale, ci porta alla scoperta delle vicende del posto. La donna vuole da subito una nuova struttura all'avangurdia per accogliere le ragazze della nuova generazione, il cui fututro non è solo quello di diventare mogli e madri; per questo bisogna pensare alla loro educazione e alla loro realizzazione personale nel mondo del futuro. La sua visione si scontra colla degradazione e l'arretratezza del posto e con qualche membro, chiuso e all'antica, del consiglio municipale, mentre trova la simpatia di Joe Hastell, dalle idee socialiste, che vuole essere parte della ventata di cambiamenti che l'Europa sta vivendo. Sarah si dividerà tra l'amore per lui e quello per Robert Carne, di famiglia prestigiosa ma ora inesorabilmente in declino, con cui la donna all'inizio si scontra. L'uomo è tormentato da un matrimonio andato a male a causa della demenza della moglie, chiusa in una casa di cura, di cui si sente responsabile. Sua figlia Midge, che vive nella paura di essere pazza come la genitrice, insieme a Lydia, di famigia povera, che incontrerà difficoltà nel frequentare la scuola, sono le due ragazze più care a Sarah. Altri personaggi importanti sono un pastore non del tutto casto e puro e Mrs Beddows, amica di vecchia data della famiglia Crane.
Dall'ambientazione suggestiva e dall'ottima recitazione, South Riding parte lento per poi ingranare progressivamente nell'attenzione e nella partecipazione dello spettore, concludendo il climax nella terza parte, da molti giudicata troppo sbrigativa, che è, sì, veloce e senza un momento di pausa (ma è un male?), ma anche ricca di scene belle e di sentimento, che danno degna conclusione all'opera. 
I poveri non si perdono d'animo, mentre chi li governa spesso pensa solo al proprio tornaconto o vorrebbe addirittura speculare sulle abitazioni a loro destinate. L'onestà di pochi si scontra contro l'interesse dei molti; pochi nuovi individui vogliono cambiare le cose e, per farlo, non bisogna arrendersi alle prime difficoltà, ma continuare ad impegnarsi per un futuro migliore. Pollice su.

TITOLO ORIGINALE: South Riding
PRODUZIONE: Gran Bretagna
RETE: BBC One
GENERE: Period drama
DURATA: 60 min
SERIE: 1
PUNTATE: 3 
MESSA IN ONDA: 20 e 27 Febbraio, 6 Marzo 2011 (BBC One) 

2 marzo 2011

ZEN (stagione 1 / 2011)


    Zen è una coproduzione internazionale, ambientata e girata in Italia, della BBC che vede, tra gli altri, anche l'impegno dell'italiana Mediaset. Quest'ultima si vanta di essere intervenuta sulle scelte produttive, ma ci crediamo poco.  Comunque, in primavera, proprio sulle sue reti, la serie dovrebbe andare in onda anche in Italia.
    Il titolo rimanda al nome del protagonista, l'ispettore Aurelio Zen, interpretato da Rufus Sewell, nato dalla penna dello scrittore inglese Michael Dibdin. In ogni episodio assistiamo ad uno o più casi che il nostro cerca di risolvere pressato ora dal capo, ora dal ministero, ora da qualche personaggio influente che vuole che l'inchiesta si concluda nel modo più favorevole. Zen – il cognome pare sia veneziano, come continuano a ripetere ogni due secondi in tutti gli episodi – vorrebbe pure essere integro, e infatti nell'ambiente ha fama per questo, e risolvere i casi nel modo più giusto possibile, ma deve fare i conti con un mondo corrotto in cui ognuno pensa al proprio interesse. Ed anche l'ispettore deve cedere un poco. Proprio qui starebbe l'interesse della serie, che, a differenza dei suoi simili, non mostra un gruppo di duri e puri che fanno di tutto per affermare la giustizia, ma un ambiente in cui i vari poteri cercano di interferire nelle indagini, facendo pressioni su chi ne è incaricato o compromettendo le prove, per proteggere i propri sporchi interessi. Emblema della società contemporanea, anche il protagonista, che si vorrebbe senza macchia, deve sporcarsi della lordura del mondo in cui vive. Tra l'altro si sorride di questo personaggio che, stretto da varie parti sul lavoro, vive ancora con la mamma dopo che il suo matrimonio è fallito.
    Proprio da queste premesse, però, nasce l'aberrazione ideologica di cui la serie si macchia. Lasciando da parte il fatto che, eccetto la Murino che è la segretaria Tania di cui Zen s'innamora, non c'è un italiano in una parte importante, ma tutti i personaggi, italiani, sono interpretati da attori inglesi che sfoggiano tutti gli accenti possibili di Britannia, due sono le principali domande di uno spettatore nostrano:
    1) perché scegliere proprio l'Italia per mostrare la corruzione? Va bene che le cose mostrate succedono davvero in questo paese, ma non sono gli Inglesi a doverci fare la predica.
    2) come sopportare tutti i cliché di cui la serie è strafarcita? L'apice si raggiunge nel primo episodio in cui le indagini si spostanto anche in Abruzzo, che pare ancora quello dell'Ottocento e in cui, al suo arrivo, Zen viene messo in guardia contro i banditi che abitano le montagne e rapiscono gli stranieri. Ossignore! Poi si scopre che il bandito ha accento irlandese. Ossignore doppio!        
    Fatto sta che, dopo l'orribile primo episodio, la serie si riprende e migliora progressivamente fino al terzo e ultimo, che è anche il più bello. Nonostante le cose buone e nonostante qualche tocco d'humour ben riuscito, per quanto detto sopra non può che meritarsi il pollice giù.
    Infine, la BBC ha cancellato la serie in seguito al decrescente ascolto, ma, essendo una coproduzione, non si escludono altri episodi. Si spera di no.

    TITOLO ORIGINALE: Zen
    PRODUZIONE: Gran Bretagna / Germania / Italia
    RETE: BBC One 
    CAST: Rufus Sewell, Caterina Murino, Valentina Cervi, Catherine Spaak
    GENERE: Police drama
    DURATA: 90 min
    SERIE: 1
    EPISODI: 3  
    MESSA IN ONDA: 2, 9 e 16 Gennaio 2011 (BBC One)