- TITOLO ORIGINALE: Black Swan
- PRODUZIONE: USA 2010
- REGIA: Darren Aronofsky
- CAST: Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Winona Ryder
- GENERE: Thriller
- DURATA: 103 minuti
Mai capiremo come un film del genere di Black Swan, accolto (giustamente) maluccio alla scorsa Mostra di Venezia, possa ingannare i critici americani e mezza Hollywood con filosofia spicciola ed elementare, ricevendo pure candidature (5 ai prossimi Oscar) e premi (uno - regalato - per la migliore interprete femminile ai Golden Globes) in ogni dove, quando sarebbe dovuto cadere nell'oblio in uno schiocco di dita.
L'odiosa Natalie Portman interpreta la ballerina Nina, frignando per tre quarti del film. Aspettando da sempre il momento di emergere dal resto della compagnia, è finalmente contenta quando il coreografo pervertito Thomas (letto alla francese), interpretato da Cassel, le dà il ruolo da protagonista del Lago dei Cigni, consapevole che la ragazza, colla sua faccina delicata e il costume virginale, è perfetta nei panni del Cigno bianco. Sarà altrettanto capace in quelli del Cigno nero? Nina, allora, per dimostrare di essere all'altezza, lascerà libero sfogo alle passioni, alle perversioni e al suo lato oscuro, sotto la guida del coreografo e di Lily, nuova ballerina rivale arrivata da Los Angeles, ovviamente pervertita all'ennesima potenza.
I personaggi e gli attori che li interpretano sono odiosi come poche altre volte. Depravati e psicotici tanto che lo spettatore si chiede perché, colla camicia di forza, ancora non stiano chiusi in qualche centro psichiatrico, non se ne salva uno che sia uno. Nina aveva la mania di graffiarsi colle unghie affilate e, da tanto brava che sembrava, si masturba perché lo dice Thomas e fa l'amore lesbico con Nina. Oltre a vedersela con questi due malati da ricovero a danza, pure a casa la nostra non se la passa proprio alla grande, perché neanche la madre, ex ballerina fallita, sta troppo bene di mente.
Il film ripropone temi quali quello del doppio, della parte oscura e torbida che si cela in ognuno di noi, della perfezione e bla bla bla in maniera del tutto superficiale e scontata. Nina, le cui due parti, quella bianca e quella oscura, sono in continua lotta, sarà danzatrice perfetta solo quando riuscirà ad accettare anche il lato nero di se stessa, anche se questo vuole dire la morte. Aronofsky che con temi del genere ci sguazza beato, dirige il tutto come se fosse un raccapricciante (per la bruttezza, of course) thriller con effetti e trovate da squallido b-movie horror. Pollice giù.
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