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25 febbraio 2011

LE AVVENTURE DI SAMMY (2010)


  • TITOLO ORIGINALE: Sammy's avonturen: De geheime doorgang
  • PRODUZIONE: Belgio 2010
  • REGIA: Ben Stassen
  • GENERE: Animazione
  • DURATA: 88 minuti
Film d'animazione tutta europea (belga), Le evventure di Sammy, che richiama senza scampo il confronto con Nemo, è stato pensato essenzialmente per i più piccoli, e può interessare e divertire solo loro.
Si racconta gran parte della vita della tartaruga Sammy, ora in procinto di diventare nonno, dai primi momenti, subito dopo che l'uovo si è schiuso, subito contraddistinti da pericoli e difficoltà. L'avvento minaccioso di un gabbiano gli fa conoscere, fugacemente, la tartarughina Shelly, ed è subito amore a prima vista. Nel viaggio di crescita e formazione per mare, che è la vera storia di questo film,  i due si ritroveranno e perderanno più volte, così come accade per la relazione parallela di amicizia di Sammy con Ray. 
Seguiamo, infatti, le varie tappe di questo perdersi per l'oceano della piccola tartaruga, con una andamento ripetivo e slegato, che presto annoia, di vari quadretti di grande impegno didattico, ambientati in una miriade di ambienti diversi, dalle acque tropicali a quelle ghiacciate dell'Antartide. Tema portante è quello ecologico: il regno marino così bello, colorato e popoloso viene minacciato ora dal petrolio, brutto e sporco, ora da una baleniera minacciosa. L'uomo, animale strano agli occhi degli abitanti del mare, è rappresentato (pessimamente, dal punto di vista grafico) in maniere molto riduttiva o buono o cattivo, o distruttore dell'ambiente o suo salvatore, come nel caso della ragazza hippy che accoglie ad un certo punto il tartarughino e in seguito sarà impegnata in un gruppo ecologista.
Proprio la sua lettura del Giro del mondo in ottanta giorni spinge Sammy anche nel proposito di cercare il "passaggio segreto" che gli permetta di cambiare oceano e vedere così il mondo.
Lasciando da parte tutti i limiti dell'animazione, seppure ottima, che emergono al confronto con quella americana (non solo Pixar), la ripetitività dell'intreccio, i qudretti veloci, leggeri e senza un minimo di tensione, le banalità diffuse danno presto la noia. Pollice giù: solo per bambini.

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