- TITOLO ORIGINALE: Das weiße Band
- PRODUZIONE: Austria 2009
- REGIA: Michael Haneke
- CAST: Susanne Lothar, Ulrich Tukur, Joseph Bierbichler, Marisa Growaldt
- GENERE: Drammatico
- DURATA: 145 minuti
Vincitore della palma d'oro a Cannes nel 2009, il film ci ha ricordato il bellissimo Dogville. Entrambi sono ambientati in un piccolo villaggio in cui conosciamo le vite dei vari abitanti, sono raccontati dalla voce fuoricampo di uno di loro, mostrano inesorabili le pecche della società e quelle insite nella natura umana. Eppure le due opere sono molto diverse.
In un paesino di fede protestante della Germania, all'inizio del secolo scorso e alla vigilia della Prima guerra mondiale, succedono fatti strani e inquietanti: il medico si fa male cadendo da cavallo per una corda invisibile tesa sul suo cammino, un bambino disabile e il figlio del barone vengono maltratti e picchiati, un altro si ammala di polmonite perché esposto al freddo. Si cerca la verità, ma nessuno la vede, o meglio non vuole vederla. Solo il mestro dell'unica classe del villaggio, tra i personaggi maggiori insieme al medico, al pastore e al barone con le rispettive famiglie, arriva fino in fondo, ma nessuno è disposto a credergli. Il finale rimane emblematicamente in sospeso.
Il film in un abbagliante e straordinario bianco e nero parla dei Padri che non vogliono vedere le colpe dei Figli perché questo implicherebbe venire faccia a faccia con le proprie resposabiltà, delle società colpevole e malata e dei Figli che per forza di cose non possono non essere quello che sono. Le tre figure principali del villaggio, di cui si è detto sopra, portavoci di un'etica rigida e severa, operano tutti forme di sopruso, oppressione e potere sui giovani, le donne, i più deboli. Quando i figli diventano ciò che essi stessi sono, ciò che hanno mostrato e tramandato, chiudono gli occhi; per loro la fanciullezza è l'innocenza del fiocco bianco con cui il pastore cinge il braccio del figlio ed i biondi capelli della figlia. Solo il giovane maestro, voce narrante, anni dopo, di questa vicenda aberrante, è portatore di una mentalità altra, fatta di rapporti personali limpidi e sereni come quello, amorevole e fresco, con la giovane fidanzata che arriva da un altro villaggio. Un grade film. Pollice su.
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