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11 febbraio 2011

INCEPTION (2010)


  • TITOLO ORIGINALE: Inception
  • PRODUZIONE: USA / Gran Bretagna 2010
  • REGIA: Christopher Nolan
  • CAST: Leonardo Di Caprio, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard, Cillian Murphy, Michael Caine, Ken Watanabe
  • DURATA: 148 minuti
Una grandissisma delusione è questo ultimo film di Christopher Nolan, regista del meraviglioso The Prestige e dei recenti film su Batman. Tutte le promesse e le aspettative della vigilia non sono state mantenute.
Cobb (Di Caprio) è il più abile ladro di idee e segreti, strappati al soggetto nel momento di incoscienza durante il sonno. Dopo la missione fallimentare nel sogno dell'industriale Saito (Watanabe), proprio quest'ultimo gli propone il compito più ardito: immettere un'idea, invece che strapparla. Saito, infatti, vuole far nascere nella mente dell'erede della compagnia rivale (Murphy) l'idea di frammentare l'impero paterno. Cobb, benché conscio della difficoltà e del rischio dell'impresa, accetta perché questo gli permetterà di mettere fine all'eterna fuga che il suo lavoro gli ha imposto, tornando a rivedere i propri figli.
Assistiamo così alla preparazione del piano e al reclutamento del gruppo di supporto a Cobb, nel quale figurano il collega abituale Arthur (Gordon-Levitt) e la giovane architetta Ariadne (Page) che, dapprincipio spaesata, capisce subito le regole del gioco. È stata chiamata per progettare lo scenario dei vari livelli di sogno sui quali si svolgerà la missione. Il progetto deve rimanere celato allo stesso Cobb, perché la di lui moglie morta (Cotillard) torna spesso a mettere i bastoni tra le ruote.
Il film, dall'apparente complicatezza, scorre senza particolari guizzi o momenti che catturino l'attenzione. Numerose sono, sì, le scene d'azione, inguimento, scoppi e spari, ma non vanno al di là della loro più o meno buona riuscita fine a se stessa. Nessun personaggio è realemente tale, appassionante e con una personalità profonda. Per la maggior parte, eccetto forse il solo Cobb, le varie figure che popolano il film sono i soldatini del gioco del regista.
Un gioco che, come si diceva e contro l'idea generale promossa anche da chi ha fatto il film, non è per nulla complicato. I livelli in cui si articola l'opera sono, è vero, cinque, ma si sviluppano linermente uno di seguito all'altro e dopo che ogni livello si sia ben definito nella mente dello spettatore. I livelli del sogno, poi, sono di geometrica e lineare perfezione, del tutto simili alla realtà, governati da quasi le stesse regole. Non si complicano le cose, ma si mantiene l'ambiguità sogno-realtà. Infatti, il significato del film, alla fine, sfugge (volutamente!) e alimenta il dibattito proprio per questo e non per qualche presunta difficile e ardita costruzione narrativa. Non sappiamo se quello che per noi è il primo livello sia davvero la realtà o già sogno. Da qui le due teorie per cui o il film è realmente ciò che sembra o stiamo assistendo al sogno di Cobb in cui la vera missione sarebbe di fargli superare la perdita dell'amata moglie.
Pollice giù per questo gioco presuntuoso e davvero poco riuscito. Ridateci The Prestige
 

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